\paperw8895 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 LÆimpossibilitα per le opposizioni di manifestare liberamente il proprio dissenso e di associarsi per promuovere mutamenti nelle
politiche dei rispettivi governi durante lÆetα della Restaurazione ebbe quale effetto la diffusione, non solo in Italia ma in tutta lÆEuropa continentale, di societα segrete le quali da un lato elaboravano programmi ideologici, dallÆaltro preparavano in
surrezioni attraverso unÆintensa attivitα di proselitismo atta a selezionare nuclei di fedelissimi disposti a impegnarsi nel rovesciamento delle vigenti forme di governo. Per far fronte alle difficoltα insite in questa attivitα cospirativa e salvaguardar
e le esigenze di sopravvivenza del movimento in caso di infiltrazioni della polizia o di arresto dei membri delle societα segrete, queste si diedero una struttura fortemente gerarchizzata, la quale faceva corrispondere a diversi gradi di responsabilitα a
nche diversi gradi di coscienza politica e di conoscenza delle finalitα ultime: i capi si riservavano il diritto di dirigere i movimenti rivoluzionari verso obiettivi che ritenevano sia prematuro sia imprudente rivelare allÆinsieme dei membri.\par
Le so
cietα segrete ebbero una base sociale molto ristretta. Alle masse popolari, assenti dalla scena politica, era riservato un ruolo di appoggio esterno ai moti rivoluzionari promossi e diretti dai membri delle societα formate da aristocratici che su versant
i vuoi di ôdestraö vuoi di ôsinistraö non accettavano lÆordine costituito, da funzionari dellÆamministrazione, da intellettuali, studenti e professionisti; ma decisivo fu lÆestendersi delle societα segrete, nel periodo della Restaurazione, fra gli uffici
ali e i sottufficiali, i quali si trovavano nelle condizioni pi∙ efficaci per preparare e attuare colpi di stato e insurrezioni militari. La maggiore delle societα segrete che operarono in Italia negli anni Venti fu la Carboneria, introdotta da ufficiali
o funzionari francesi nel Napoletano durante il regno di Murat e diffusasi rapidamente in tutto il Mezzogiorno dopo il 1814.\par
Espressione della piccola borghesia provinciale in lotta sia contro i residui feudali sia contro il centralismo murattiano,
la Carboneria durante la Restaurazione ebbe quale obbiettivo lÆinstaurazione di una monarchia costituzionale al posto dellÆassolutismo borbonico. Dal regno di Napoli, direttamente o indirettamente attraverso legami con altre societα, si estese poi in tu
tto il paese ispirando la propria azione agli ideali del costituzionalismo liberale. Accanto a essa, ebbero una notevole importanza le societα degli Adelfi e dei Filadelfi le quali, sorte in Francia al pari della Carboneria, si erano diffuse in Piemonte
giα in periodo napoleonico fra nuclei di giacobini repubblicani e, successivamente, tra lÆesercito, e quella dei Federati, di indirizzo pi∙ moderato, che reclutava i propri aderenti principalmente tra le file dellÆaristocrazia. Vi erano, inoltre, le sett
e dei conservatori e dei reazionari che premevano per lÆinasprimento della politica repressiva nei confronti di quanti si erano compromessi con i Francesi o erano sospetti di simpatie liberali. In Italia le principali furono quella dei Calderari, attiva
nel regno delle Due Sicilie e protetta dal ministro della Polizia napoletano principe di Canosa, la quale aveva aderenti nellÆaristocrazia meridionale ma non esitava a reclutare elementi della malavita o delle bande brigantesche borboniche; quella dei Sa
nfedisti che nello Stato pontificio agivano per il rafforzamento del potere della Chiesa e del papa e costituirono un importante strumento di lotta contro i movimenti liberali; quella, anchÆessa cattolica, ma pi∙ moderata, delle Amicizie cristiane, nata
in Piemonte dietro ispirazione di de Maistre, il cui programma mirava a rinsaldare lÆalleanza tra il trono e lÆaltare.